Nell’ambito dell’87° Festival del Maggio Musicale Fiorentino sabato 3 maggio è stato eseguito il War Requiem op. 66 per soli, coro, coro di ragazzi, orchestra e orchestra da camera di Benjamin Britten, con Diego Ceretta a dirigere l’Orchestra, il Coro e il Coro di voci bianche del Maggio, oltre a un’orchestra da camera costituita da dodici elementi dell’Orchestra delle Toscana (la spalla Giacomo Bianchi e le prime parti Fiammetta Casalini, Stefano Zanobini, Klara Wincor, Fabio Serafini, Viola Brambilla, Alessio Galiazzo, Emilio Cecchini, Umberto Codecà, Andrea Mancini, Davide Testa e Cinzia Conte), della quale Ceretta è direttore principale dal 2023.
Una scelta non casuale, visti i tempi che corrono, l’inserimento in cartellone di questo titolo prodotto da un grande compositore coerentemente pacifista per deprecare l’abominio delle guerre, come non è stata casuale la scelta delle nazioni d’origine dei solisti. Nel corso della prima esecuzione, il 30 maggio 1962 in occasione della consacrazione della nuova cattedrale di Coventry costruita accanto alle rovine di quella medievale (lasciati ben visibili a simboleggiare l’irreparabilità delle perdite causate dai bombardamenti), i tre solisti prescelti furono Peter Pears e Dietrich Fischer-Dieskau, un inglese un tedesco, per rappresentare la ritrovata armonia tra Inghilterra e Germania, e il soprano russo Galina Višnevskaja, per simboleggiare la pacificazione con l’Unione Sovietica; la Višnevskaja non potè essere scritturata e venne sostituita da Heather Harper. Il terzetto di nazionalità prescelte in origine è stato ricostruito per il concerto al Festival del Maggio: il soprano russo Elizaveta Shuvalova, il tenore inglese Ian Bostridge (alla sua novantottesima interpretazione del War Requiem) e il baritono tedesco Dietrich Henschel.
Britten colse l’occasione per unire le due guerre mondiali in un’unica denuncia della follia di ogni guerra, congiungendo piani poetici e musicali differenti: alcune liriche di Wilfred Owen, partito volontario nella Prima Guerra Mondiale e morto in azione negli ultimi giorni del conflitto, si inseriscono fra le sezioni della missa pro defunctis della liturgia latina (Introitus, Sequentia, Offertorium, Sanctus, Agnus Dei, Libera me); il tenore e il baritono, sostenuti dall’orchestra da camera, danno voce a due soldati immaginari che nei versi di Owen si interrogano sul significato della morte e sull’orrore della guerra, mentre al soprano e al coro accompagnati dalla grande orchestra spettano le preghiere della Messa da Requiem del Messale Romano.
Proprio nelle parti corali si è apprezzato particolarmente il lavoro di scavo e cesello del direttore (i cori risultano sublimi, a tratti celestiali, nonostante quello di voci bianche sia un po’ sacrificato dall’idea di farlo cantare dietro le quinte). Nonostante la giovane età, Diego Ceretta non cede alla tentazione degli effetti facili: non indulge alla magniloquenza e non accentua le asperità della scrittura musicale, offrendo una lettura dell’opera matura, tormentata, poetica, che fa uscire dalla composizione di Britten l’espressione del dolore più intimo e profondo. La presa sul pubblico è stata indubbia, il messaggio di questo War Requiem ancora drammaticamente attuale è arrivato pienamente; una serata di grandi emozioni condivise fra palco e sala, sciolte in un applauso finale di una decina di minuti.
Elizaveta Shuvalova, soprano
Ian Bostridge, tenor
Dietrich Henschel, baritono
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino; Coro di voci bianche dell’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino (Maestra del Coro di voci bianche : Sara Matteucci); Orchestra della Toscana, dir. Diego Ceretta
War Requiem
Œuvre de Benjamin Britten créée à Coventry le 30 mai 1962
Maggio Musicale Fiorentino, concert du 3 mai 2025