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Un’emozionante Aida “pacifista” chiude l’87° Festival del Maggio Musicale Fiorentino

par Roberta Manetti 24 juin 2025
par Roberta Manetti 24 juin 2025

© Michele Monasta

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Al Teatro del Maggio di Firenze l’ultima opera in cartellone per l’87° Festival del Maggio Musicale Fiorentino è Aida di Giuseppe Verdi, diretta da Zubin Mehta nell’allestimento con la regia di Damiano Michieletto che debuttò a Monaco esattamente due anni fa; ne ha parlato, su Première Loge, Renato Verga. Un allestimento che accantona l’Egitto e i pur temperati trionfalismi e momenti festosi della prima parte per un’ambientazione in uno scenario bellico contemporaneo, in cui si evidenziano soprattutto le miserie e le sofferenze: una palestra dal cui soffitto bombardato cadono cenere e detriti, che andranno a formare, nella seconda parte, l’unica piramide che appaia in scena.

Gli stessi dominatori appaiono come profughi immiseriti; i balletti e la marcia trionfale sono sostituiti da una povera festicciola per i bambini rifugiati e da una lugubre cerimonia di premiazione degli eroi vincitori, feriti, mutilati in sedia a rotelle, mentre scorrono immagini di volti tumefatti e insanguinati e stragi di civili inclusi donne e bambini. Il messaggio è chiaro, e gli eventi degli ultimi mesi lo rendono drammaticamente attuale. Tant’è che il teatro, in un messaggio letto prima dell’inizio dello spettacolo, lo ha dedicato a tutte le vittime visibili e invisibili dei conflitti e a tutti i costruttori di pace, sottolineando che nessuna ragione può giustificare una sola vittima innocente. Iniziativa lodevole salutata da un applauso lungo e convinto del publico che, evidentemente incline, in maggioranza, più al pacifismo che al bellicismo, è entrato quasi tutto in sintonia con la lettura di Michieletto. Se qualche dettaglio, anche in questa sua messinscena, si potrebbe eliminare con profitto, l’impianto complessivo è efficace e ha momenti di grande impatto teatrale.

Dal punto di vista musicale, Zubin Mehta, che ha l’Aida (diretta al Maggio per la prima volta nel 1969 e poi ripresa qui altre due volte, una delle due con successiva tournée) fra le sue opere d’elezione e maggiormente interiorizzate, opta per tempi lenti e dilatati che, specie nella prima parte, creano talvolta qualche problema alle voci. Nella seconda parte l’accordo fra palcoscenico e buca migliora, anche perché in questa lettura di Mehta i momenti più lirici sono i meglio riusciti. Ammaliante è il finale, in cui anche Olga Maslova (un’Aida non ancora perfettamente a fuoco, nonostante le doti naturali) trova gli accenti migliori: più che una morte è una trasfigurazione, un passaggio a un mondo di pace e musica con tanto di personaggi vagamente fantastici in scena (suonatori di violino e fisarmonica, coppie felici e bambini con palloncini … tutti probabilmente già morti a causa della guerra guerra) che si muovono al rallentatore; vagamente felliniani, ma anche alla Zavattini-De Sica (il finale di Miracolo a Milano).

SeokJong Baek è un Radamès dalla voce nitida e squillante; Daniela Barcellona, arrivata come sostituta solo nell’ultima settimana, dopo le prime battute in cui non si ritrovava la sua abituale omogeneità d’emissione, ha tratteggiato una Amneris molto intensa e convincente, forse la migliore in campo per incisività e qualità della recitazione. Solidi l’Amonasro di Daniel Luis de Vicente e il Ramfis di Simon Lim. Superlativa, sia dal punto di vista musicale sia da quello della presenza scenica, la prova del Coro del Maggio, preparato da Lorenzo Fratini.

Molti applausi per tutti e standing ovation quando è uscito alla ribalta Zubin Mehta, per il quale il pubblico fiorentino nutre un amore incrollabile. Alla comparsa sul palco di Damiano Michieletto, dalla platea si è levata qualche contestazione (va anche detto che dal 1969, a Firenze, ci sono stati solo due allestimenti di Aida, ripresi più volte fino al 2011, ed erano entrambi tradizionali), ma minoritaria.

———————————————————

Repliche mercoledì 25 giugno e martedì 1°luglio alle 20; domenica 22 giugno alle 15.30 e sabato 28 giugno alle 17.

Pour lire cet article dans sa traduction française, cliquez sur le drapeau !

Gli artisti

Aida: Olga Maslova
Radamès: SeokJong Baek
Amneris: Daniela Barcellona
Amonasro: Daniel Luis de Vicente
Ramfis: Simon Lim
Il Re: Manuel Fuentes
Una sacerdotessa: Suji Kwon
Un messaggero: Yaozhou Hou
Figuranti speciali: Mauro Barbiero, Elena Barsotti, Andrea Bassi, Carolina Braus, Nicolò Brescia, Rosario Campisi, Alessandro Ciardini, Leonardo Cirri, Maria Diletta Della Martira, Maria Novella Della Martira, Caterina Frani, Giampaolo Gobbi, Edoardo Groppler, Enrico L’Abbate, Nicola Monticelli, Leonardo Paoli, Andrea Papi, Livia Risso – Bambini: Arianna Barberi, Davide Calastrini, Simone Cardoso, Annajulia Daniels, Natalie Daniels, Silvia De Santis, Maria Josè Floriano, Anita Giuliani, Gemma Granato, Carol Haxhari, Anna Iannello, Ariana Lotti, Alma Diana Lucherini, Alice Manni, Giuseppe Marcantonio, Elsa Mayer, Kai McMillan, Maria Vittoria Nocentini, Maya Sarti.

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino, Maestro concertatore e direttore: Zubin Mehta
Maestro del Coro: Lorenzo Fratini
Regia: Damiano Michieletto
Scene: Paolo Fantin
Costumi: Carla Teti
Luci: Alessandro Carletti
Video: rocafilm | Roland Horvath
Drammaturgia: Mattia Palma
Movimenti coreografici: Thomas Wilhelm

Il programma

Aida

Opera in quattro atti di Giuseppe Verdi, su libretto di Antonio Ghislanzoni basato su una trama di Auguste Mariette, rappresentata per la prima volta il 24 dicembre 1871 al Teatro dell’Opera Khedival del Cairo.
Firenze, rappresentazione giovedì 19 giugno 2025.

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Roberta Manetti

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