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Intervista a Paolo Zoppi (Falstaff), responsabile artistico del Club dei 27

par Ivonne Begotti 9 février 2025
par Ivonne Begotti 9 février 2025
© Première Loge Opéra / Stéphane Lelièvre
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Il 27 gennaio 1901 moriva a Milano Giuseppe Verdi. Per celebrarne il ricordo, abbiamo avuto il piacere di incontrare Paolo Zoppi (Falstaff), responsabile artistico del Club dei 27, che ci ha accompagnato nei sotterranei della Casa della Musica, presso Palazzo Cusani, per visitare la sede del Club. 

N.B.: tutte le foto, ad eccezione della prima, provengono dal sito web del Club dei 27.

Il Palazzo Cusani (Foto : www.lacasadellamusica.it)

Ivonne BEGOTTI : Come ha avuto origine il Club dei 27?
Paolo ZOPPI : Nel 1958 alcuni frequentatori abituali del Teatro Regio e del bar paninoteca “Grotta Mafalda” danno vita all’associazione di Appassionati Verdiani “Grotta Mafalda”. Il titolare del locale, Emilio Medici, insieme a Carlo Ziveri e ad altri amici melomani, decidono di assegnare ad ogni socio, in tutto 27, il nome di un titolo di un’opera verdiana, estraendolo a sorte da un tipico cilindro nero in feltro. Sin dagli inizi, l’associazione ospita i più famosi cantanti lirici: Renata Tebaldi, Franco Corelli, Carlo Bergonzi… Nel 1974 l’associazione si trasferisce in una nuova sede, in una vecchia cantina di Via Farini, e trasforma il nome in “Gruppo Appassionati Verdiani – Club dei 27”. Dal 2006, il Gruppo ha sede a Palazzo Cusani, dove si riunisce ogni giovedì per ascoltare musica, commentarla e ricevere amici che condividono gli stessi ideali.

I. B. : L’Associazione ha un proprio inno?
P. Z. : Certo: “Va’ pensiero”, il celebre coro del Nabucco, famoso in tutto il mondo. Quando gli ospiti scendono in visita al covo, vengono accolti da queste note, cantate dai soci, nella penombra, dove un piccolo faretto illumina solo il busto del Maestro. Durante il Festival Verdi e su appuntamento è possibile visitare la nostra sede e vivere in prima persona quest’emozionante esperienza.

I. B. : Come si diventa soci?
P. Z. : Occorre presentare una domanda scritta ed essere referenziati da uno o più componenti del Club. Si entra così in lista d’attesa e si diventerà socio non appena si libererà un posto. I membri vengono nominati a vita, ma accade talora che qualcuno si ritiri e allora viene sostituito da un nuovo aspirante che prenderà il nome dell’opera rimasto vacante.

I soci del “Club dei 27”, riuniti il 10 ottobre 2018

I. B. : Ci sono delle socie?
P. Z. : Finora no, ma non escludiamo che ne possano entrare. In compenso, esiste il club « Verdissime.com » che raccoglie 35 donne che hanno assunto ognuna il nome di un‘eroina verdiana. Quest’associazione s’è costituita nel 2009 e ha sede a Piacenza, nelle vicinanze della villa di Sant’Agata, la casa di campagna in cui Verdi visse gran tempo con la seconda moglie Giuseppina Strepponi.

I. B. : I vostri obiettivi prioritari quali sono?
P. Z. : L’articolo 2 dello statuto sociale del Club dei 27 prevede la finalità “di onorare e di ricordare il Maestro Giuseppe Verdi, quale genio musicale tra i più insigni di ogni tempo, e far sempre meglio conoscere e sempre più apprezzare, soprattutto alle più giovani generazioni, tramite ogni iniziativa utile allo scopo, il Maestro Verdi e le sue creazioni musicali”.

I. B. : Quali sono le principali iniziative che organizzate?
P. Z. : Le più significative iniziative del Club sono l’assegnazione dell’onorificenza “Cavaliere di Verdi”, che viene conferita a coloro che hanno diffuso nel mondo il nome e le opere del Maestro (molti cantanti lirici e direttori d’orchestra, registi e studiosi); il premio “Tu conosci Verdi?” riservato alle classi quarte e quinte delle scuole elementari di Parma e provincia; il concerto benefico “Fuoco di gioia”, organizzato ogni anno durante il Festival Verdi; l’evento “I giovani per Verdi”, ideato per consentire ai giovani cantanti lirici di cimentarsi in arie verdiane; varie manifestazioni celebrative ufficiali, che si svolgono ogni anno il 10 ottobre e il 27 gennaio, nelle ricorrenze della nascita e della morte del compositore.

"Tu conosci Verdi?" nel 2018

I. B. : Può illustrare meglio il concorso “Tu conosci Verdi?”?
P. Z. : Siamo giunti alla trentanovesima edizione e coinvolgiamo ogni anno una quarantina di classi, tra le quarte e le quinte elementari della provincia di Parma e territori limitrofi (Sant’Ilario, Taneto e Campegine in provincia di Reggio Emilia).

In diversi soci andiamo nelle scuole che hanno aderito al progetto e gestiamo -insieme agli insegnanti- due incontri ravvicinati di un’ora ciascuno con le singole classi. Il nostro intento è suscitare il desiderio d’apprendere, incuriosire, far capire quanto sia importante la musica nella vita di ognuno e nella società. Ogni studente è invitato a produrre un testo scritto oppure un disegno da spedire al nostro Club, che valuta poi tutti i lavori ricevuti e proclama i 6 o 8 più meritevoli. Le premiazioni si svolgono all’Auditorium Paganini. Oltre a gadget e gift card, i vincitori sono invitati (accompagnati da un insegnante o da un genitore) ad assistere ad un’opera nel palco reale durante il Festival Verdi. Inoltre, da una decina d’anni, un nostro socio è disponibile ad allestire uno spettacolo verdiano con i bambini delle classi prime, seconde e terze elementari che lo richiedono.

"Fuoco di Gioia" nel 2020

I. B. : In cosa consiste precisamente il Vostro “Fuoco di gioia”?
P. Z. : Si tratta di un’iniziativa nata in occasione del bicentenario della nascita di Verdi (2013). L’evento, curato da me per la parte artistica e da “Trovatore” per la parte tecnica e creativa (locandine, programma di sala, videoregistrazioni) si svolge ad ottobre e rientra tra le numerose attività del Festival Verdi.

Lo scorso anno, “Trovatore” aveva predisposto sette telecamere all’interno del Teatro Regio, decisamente gremito. I cantanti che si esibiscono sono sempre tra i migliori del momento; partecipano alla cena offerta nella nostra sede la sera precedente all’evento e non ricevono alcun compenso. Gli incassi vengono devoluti in beneficenza a varie associazioni di volontariato del territorio, attive soprattutto nei settori della disabilità e dell’assistenza sociale. Nell’autunno 2025 si svolgerà la XIII edizione.

I. B. : A giudicare dalle foto, i soci del Club dei 27 sono persone non giovanissime: cosa vi spinge a lavorare tanto?
P. Z. : In primo luogo la passione per Verdi e per la musica, insieme al desiderio di valorizzare un patrimonio enorme che – purtroppo – è poco conosciuto; di conseguenza, l’intento di coinvolgere i giovani, di incuriosirli e di sensibilizzarli al mondo dell’opera. Nei primi vent’anni del concorso “Tu conosci Verdi?”, i bambini potevano partecipare soltanto presentando elaborati scritti o disegni. In seguito, loro stessi e le insegnanti ci hanno chiesto di poter realizzare anche dei lavori manuali: statuette, pupazzi, fermacarte… Noi abbiamo acconsentito e ci siamo trovati con una mole di oggetti che rappresentava circa l’80 % delle candidature. Contemporaneamente, abbiamo constatato un impoverimento qualitativo dei pochi elaborati scritti presentati. Allora, abbiamo discusso tra noi e siamo giunti alla decisione di ritornare alle sole due tipologie iniziali, in modo da stimolare e favorire soprattutto le capacità analitiche ed espressive verbali dei ragazzi. Lavorare in questa direzione ci appassiona.  

I. B. : Lei ritiene che gli spettacoli e gli interpreti attuali siano mediamente di buona qualità o rimpiange i grandi interpreti del passato?
P. Z. : In circa quarant’anni, io ho assistito a rappresentazioni liriche nei principali teatri d’Italia e di tutto il mondo. Personalmente sono appassionato di Verdi e di Franco Corelli, ma apprezzo anche molti altri autori e interpreti, nonché la musica sinfonica. Certamente, sono cambiati i tempi e i modi della produzione teatrale e questo comporta spesso un acceleramento forsennato (trentenni che interpretano Rigoletto o Padre Guardiano, quarantenni che si cimentano in Otello: ruoli che esigono una maturità personale e vocale assai maggiore). Inoltre, c’è il problema delle regie, che spesso attualizzano i contesti storici e talora in modo estremo (ricordo una Bohème ambientata sulla luna!). Io non pretendo una fedeltà totale alle didascalie che compaiono sui libretti, ma ritengo che i registi dovrebbero rispettare le opere e ricrearne le ambientazioni in modo intelligente.

Parma, 3 febbraio 2025

Due illustri baritoni visitano il “Club dei 27”: Renato Bruson nel 2019 e Ludovic Tézier nel 2020

Pour lire cet article dans sa version française, cliquez sur le drapeau !

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Ivonne Begotti

1 commentaire

Meris 10 février 2025 - 10 h 04 min

Grazie per la bella intervista.

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