Carmen, Arena di Verona, 14 agosto 2025

È un trionfo la trecentesima recita del capolavoro di Bizet, nel trentennale dell’esordio areniano dell’indimenticabile regista
Per il secondo anno consecutivo va in scena all’Arena di Verona Carmen di George Bizet nell’edizione di Franco Zeffirelli. Gli eccellenti interpreti e lo splendido allestimento celebrano un triplice anniversario: centocinquant’anni dal debutto dell’opera (il 3 marzo 1875, all’Opéra-Comique di Parigi), centocinquant’anni dalla prematura scomparsa dell’autore (il 3 giugno 1875, a soli 37 anni), trent’anni dall’esordio di Zeffirelli come regista all’Arena, proprio con l’odierna Carmen. Inoltre, il 14 agosto 2025 è andata in scena la recita numero trecento e, ancora una volta, l’esito è stato trionfale.
Storicamente, la prima opera rappresentata all’Arena fu Aida, il 10 agosto 1913, per commemorare il centenario della nascita di Giuseppe Verdi. La seconda fu Carmen, messa in scena nell’estate del 1914. A tutt’oggi, Aida e Carmen sono i due capolavori più ricorrenti nell’anfiteatro veneto.
Com’è nel suo stile, Franco Zeffirelli rispetta il contesto storico e la drammaturgia. Le ambientazioni sono molto diverse: dalla variopinta piazza di Siviglia (pullulante di persone e colori, con persino quattro cavalli e due asinelli), alla taverna che riunisce zingare e ufficiali, alle cupe montagne rocciose rischiarate dalla – vera – luna calante. Le cinquecento comparse, i carretti istoriati, i drappeggi multicolori creano un minuziosissimo contesto cinematografico e pittoresco, bello da vedere e intenso da vivere. I cambi di scena sono velocizzati da accorgimenti tecnologici che non rallentano il ritmo narrativo, così che lo spettacolo ammalia, valorizzato anche dai colorati costumi di Anna Anni e dai suggestivi giochi di luce di Paolo Mazzon. Al corpo di ballo areniano s’aggiungono i ballerini della Compañia Antonio Gades che, sulle coreografie originali di El Camborio, elettrizzano il pubblico con energiche e travolgenti danze spagnole (applauditissimi nel passaggio tra il terzo e il quarto atto, mentre danzano vorticosamente al ritmo di nacchere e battiti di mani). Compatto e ben coordinato il numeroso coro, preparato da Roberto Gabbiani; squillante, tra le trombe e i pifferi, il coro dei monelli, con le voci bianche di A.Li.Ve. istruite da Paolo Facincani.
Acclamato anche il maestro Francesco Ivan Ciampa (che ha debuttato all’Arena nel 2018 in una diversa edizione di Carmen). Con piglio sicuro ha guidato l’orchestra areniana, creando un buon equilibrio tra la musica, i cantanti e l’animatissimo palcoscenico ed alternando adeguatamente i ritmi incalzanti e i momenti di delicato lirismo.
Nel ruolo del titolo s’è esibita Aigul Akhmetshina, mezzosoprano di origine russa che da un paio d’anni è l’interprete di Carmen più richiesta dai teatri di tutto il mondo. All’Arena ha debuttato in tale ruolo l’anno scorso e di nuovo ha confermato il suo carisma artistico. Cantante con una vocalità ampia e una tecnica accurata, ha dato vita alla seducente sigaraia con disinvoltura, apparendo a proprio agio anche nella danza e nella recitazione. Al suo fianco, Francesco Meli ha interpretato un umanissimo Don Josè, travolto (per lo più suo malgrado) dalle possenti forze della vita. La spiccata musicalità, la nitida dizione e la versatilità espressiva hanno permesso al prdi rendere con estrema finezza la complessità di un personaggio che, da figlio affettuoso e diligente soldato, si consegna infine alle forze dell’ordine perché assassino. La famosa aria del secondo atto «La fleur que tu m’avais jetée», cesellata con grande finezza, ha scatenato un profluvio d’applausi. La drammaticità dell’implorazione finale («Je ne menace pas, j’implore, je supplie») è risultata davvero toccante.
Luca Micheletti è apparso un Escamillo elegante e seducente, che ha conquistato il pubblico sin dall’ingresso in palcoscenico, intonando il famoso «Toreador» con piglio spedito e festosa esultanza. Figlio d’arte, di comprovata esperienza sia come attore che come cantante (oltre che regista stabile della Compagnia I Guitti), il baritono bresciano di fama internazionale unisce al fascino della voce il carisma della presenza scenica. (Leggi qui la nostra intervista a Luca Micheletti).
Mariangela Sicilia, titolare del ruolo di Micaela in tutte le recite della stagione, ha delineato il suo personaggio con notevole maestria: squillante negli acuti, precisa nel fraseggio e delicatissima nei filati. Il duetto del primo atto con Francesco Meli («Parle-moi de ma mère !») ha assunto la tenerezza dell’idillio e l’aria del terzo atto «Je dis que rien ne m’épouvante» è stata tra i momenti più emozionanti della serata.
Accanto ai quattro personaggi principali, sono apparsi vocalmente e scenicamente bravi i comprimari: Daniela Cappiello e Sofia Koberidze (Mercédès e Frasquita), Jan Antem e Francesco Pittari (Dancario e Remendado), Gabriele Sagona e Giulio Mastrototaro (Zuniga e Morales).
Il pubblico stipato in ogni settore dell’anfiteatro ha espresso il proprio apprezzamento con calorosi applausi a scena aperta e con ovazioni finali a tutti gli interpreti e al direttore. Le prossime repliche si svolgeranno il 23 e il 29 agosto e il 3 settembre.
Carmen: Aigul Akhmetshina
Micaëla: Mariangela Sicilia
Frasquita: Daniela Cappiello
Mercédès: Sofia Koberidze
Don José: Francesco Meli
Escamillo: Luca Micheletti
Dancairo: Jan Antem
Remendado: Francesco Pittari
Zuniga: Gabriele Sagona
Moralès: : Giulio Mastrototaro
Direttore: Paolo Facincani
Orchestra, Coro, Ballo e Tecnici della Fondazione Arena
Dir.: Roberto Gabbiani
Coro di voci bianche A.Li.Ve.
Dir.: Paolo Facincani
Regia e scene: Franco Zeffirelli
Costumi: Anna Anni
Luci: Paolo Mazzon
Coreografia: El Camborio
Carmen
Opéra-comique in quattro atti di Georges Bizet, su libretto d’Henri Meilhac e Ludovic Halévy; prima rappresentazione all’Opéra-Comique di Parigi, il 3 marzo 1875.
Verona, Anfiteatro Arena, 14 agosto 2025.