La traviata conclude il fil noir della trilogia piacentina

La traviata, Teatro Municipale di Piacenza, 2 novembre 2025

Il grande successo della trilogia verdiana è un auspicio a nuovi progetti nella città verdiana

Domenica 2 novembre si è concluso il primo ciclo della trilogia popolare strutturata come un unicum, con la regia di Roberto Catalano, le scene di Mariana Moreira, i costumi di Veronica Pattuelli, le luci di Silvia Vacca e con Marco Caudera come coordinatore dei movimenti coreografici. La prossima settimana si svolgeranno le repliche dei tre spettacoli. Dal punto di vista musicale il cast rimarrà per lo più invariato, con l’Orchestra Sinfonica di Milano diretta da Francesco Lanzillotta e con il Coro del Teatro Municipale di Piacenza preparato da Corrado Casati. In scena saranno protagonisti il tenore Francesco Meli e il soprano Anna Maria Malfatti in tutte e tre le rappresentazioni; come baritono, Luca Salsi tornerà nella Traviata ed Ernesto Petti canterà in Rigoletto e Trovatore; come mezzosoprano, Irene Savignano s’esibirà nel Rigoletto e nella Traviata, mentre ci sarà Teresa Romano nel Trovatore.

Il teatro sempre esaurito e le acclamazioni del pubblico hanno certamente premiato il progetto complessivo, proposto come un ciclo a sè, precedente la stagione lirica che inizierà a dicembre.

Il regista ha individuato nella maledizione lanciata da Monterone al duca e al buffone (all’inizio di Rigoletto) il filo conduttore delle tre opere : il grido di dolore di un padre deriso perchè difende l’onore della figlia viene concretizzato nel gesto di un inquietante personaggio nerovestito che, spostandosi sinuosamente, contamina di nero gli spazi e le persone. La mano di Rigoletto è la prima ad essere toccata e tinta dal fosco individuo che, progressivamente, macchia la parete del palazzo (sempre la stessa per le tre opere), il campo degli zingari, la tovaglia candida del tavolo del salotto in casa di Violetta… Nel dolore di Azucena (madre che, per errore, getta nel fuoco il proprio figlio) e in quello di Giorgio Germont (un altro padre che difende l’onore della figlia) la maledizione pare proseguire. Violetta, dando ascolto al padre di Alfredo e sacrificandosi per amore, muore insieme alla maledizione, accasciandosi a terra tra le braccia del filiforme personaggio, vestito sempre con lo stesso lungo abito nero.

Il fil noir della sorte avversa crea continuità tra le tre opere (che non sono mai state definite da Verdi come una trilogia), pur rispettando pienamente l’originalità di ognuna. In realtà, Traviata è risultata piuttosto penalizzata dalla totale assenza di ballerini e dal dilagare del colore nero. Le danze spagnoleggianti delle zingarelle e dei mattadori, nel secondo atto, costituiscono un intermezzo allegro che interrompe la tensione drammatica: i soli coristi (oltretutto in eleganti abiti neri!) e l’orchestra, per quanto meritevoli, non possono corrispondere all’effettivo costrutto verdiano.

Complessivamente, tuttavia, le scelte registiche sono apparse rispettose delle vicende narrate e i personaggi sono risultati ben delineati nella loro complessità psicologica. Gli ottimi interpreti, la vocalità e la musica hanno assunto un ruolo prioritario, molto apprezzato dagli spettatori. Maria Novella Malfatti ha confermato le capacità espressive ed interpretative già dimostrate nel Trovatore: la voce ampia e limpida, gli acuti squillanti e il fraseggio preciso. Come Violetta, è apparsa più sicura che come Leonora, personaggio in cui ha debuttato a Piacenza.

Francesco Meli, colonna portante dell’intera trilogia, ha interpretato il ruolo di Alfredo col suo stile inconfondibile, dal fraseggio chiarissimo e dal timbro luminoso sia nei pianissimi che nei piani e nei fuori scena, ricco di tinte e di respiri impeccabili.  Purtroppo, un incidente tecnico ha svisato la sua cabaletta nel primo quadro del secondo atto, ma, nel secondo quadro, la grande invettiva a Violetta è risultata di particolare veemenza. Eccellente è stato il confronto-scontro tra padre e figlio Germont. Quando Luca Salsi è entrato in scena, è stato accolto da un lungo applauso: solo venti ore prima aveva interpretato Scarpia sul palcoscenico del Teatro dell’Opera di Roma, in una versione di Tosca trasmessa in mondovisione. Nel ruolo di Giorgio Germont, l’eccellente baritono ha ribadito la sua maturità artistica, cantando con voce potente e ben scolpita e con una gestualità emotivamente molto intensa. Tra i comprimari, particolarmente spigliata è apparsa Irene Savignano, interprete di Flora Bervoix, ma tutti sono stati convincenti: Francesca Palitti (Annina), Simone Fenotti (Gastone), Davide Maria Sabatino (Douphol), Nicola Zambon (marchese d’Obigny), Omar Cepparolli (Grenvil), Lorenzo Sivelli (Giuseppe), Massimo Pagano (domestico di Flora/commissionario).

Il pieno successo della trilogia piacentina induce a sperare che tale originale esperienza segni l’inizio di ulteriori meritevoli iniziative, possibilmente con più ampie collaborazioni. E’ importante che una terra verdiana assai cara al geniale compositore si prefigga di recuperare l’originalità delle partiture e dei libretti delle sue opere.

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Interpreti

Violetta Valéry: Maria Novella Malfatti
Flora Bervoix: Irene Savignano
Annina: Francesca Palitti
Alfredo Germont: Francesco Meli
Giorgio Germont: Luca Salsi
Gastone, visconte di Letorières: Simone Fenotti
Il barone Douphol: Davide Maria Sabatino
Il marchese d’Obigny: Nicola Zambon
Il dottor Grenvil: Omar Cepparolli
Giuseppe: Lorenzo Sivelli
Un domestico di Flora / Un commissionario: Massimo Pagano

Orchestra Sinfonica di Milano, dir. Francesco Lanzillotta
Coro del Teatro Municipale di Piacenza, dir. Corrado Casati
Regia: Roberto Catalano
Scene: Mariana Moreira
Costumi: Veronica Pattuelli
Luci: Silvia Vacca
Movimenti coreografici: Marco Caudera

Programma

La Traviata

Melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi, libretto di Francesco Maria Piave tratto da La Dame aux Camélias di Alexandre Dumas figlio, prima rappresentazione al Teatro La Fenice di Venezia, il 6 marzo 1853.
Piacenza, Teatro Municipale, 2 novembre 2025.